giovedì, novembre 22, 2007

Burial, Untrue

Quando l'anima è imprigionata da catene dubstep e voci distorte -lamenti di cavie intrappolate in involucri digitali- intonano canti contro quel paradiso a lungo cercato ed ormai perduto dietro insormontabili muri drone, non resta che celebrare la schizofrenia della pena. Così fa Burial, un anonimo musicista londinese, in questo suo secondo album, seguito dell'acclamato ed omonimo Burial, sempre per Hyperdub. Untrue è infatti una lunga suite, ipnotica, ossessiva, divisa in tredici episodi, in cui ogni appiglio sonoro tradizionale è assente ("Shall Of Light"); e dove il vuoto elettronico evoca ombre che danzano al suono di inesorabili drum machine ("Near Dark"). In sintesi, una disperata richiesta di aiuto, attraverso un'indistruttibile campana di vetro, che è allo stesso tempo rifugio e condanna per i suoi abitanti. (7.5)