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Un disco strano, questo omonimo degli
Shaky Hands. Strano NON come un raggio di sole che cerca di farsi largo tra le nuvole, ma PIU' strano: come un pinguino all'equatore o, meglio, come un canguro al Polo Nord. Eppure, qui non si tratta di qualche band australiana già pronta per l'estate. E diciamo anche che non ci interessa la carta d'identità di questi cinque ragazzi di Portland, che confezionano un debutto senza pretese e, come spesso accade, vincente. Le influenze a cui rimanda
The Shaky Hands
, in uscita il 30 Novembre per
Memphis Industries, sono tante (
Kinks,
Who,
Beatles...e anche
Strokes), ma la band dell'Oregon riesce comunque a tenere la qualità sempre alta ("I'm Alive") e, soprattutto, a proporre un rock'n'roll che non annoia mai ("Whales Sing"). Se, dunque, di spiagge, sole e mare ancora si sogna, è a queste latitudini che bisogna guardare
(7.1)