In questi giorni di - strano - ferragosto, in cui l'Italia si divide tra gli ombrelli e gli ombrelloni, in cui non si può più portare - in aereo - una bottiglia d'acqua (e bisogna assaggiare davanti agli agenti il latte del biberon del neonato), mentre la maggior parte dei blog (non il mio!) sono chiusi per ferie; mentre il nostro caro Sachiel è tornato di recente dallo Sziget Festival; vi devo dire che no: non ero (e non sono) tra i quindicimila che hanno affollato le campagne (e le statali) di Cava Manara e Sommo; tra quelli che, rispondendo al tam-tam (blog-blog???) di internet, si sono ritrovati - da tutta Europa - per il tradizionale (?) rave party che ormai, quanto ad importanza, viene appena dopo le festività natalizie e pasquali.
Non ero davanti al "muro del pianto" (una fila di amplificatori alta quattro metri e migliaia di techno-watt) a guardare il tramonto, mentre un austriaco che pomiciava con una francese mi stava offrendo una "bomba" (succo d'arancia e allucinogeno); e a gridare "Nique la polizia!" (abbasso la polizia) davanti agli occhi esterrefatti di un'anziana signora che stava dando da mangiare alle galline.
Ero bensì a casa mia - dopo aver resistito alle pressanti richieste dei miei genitori (che abitano a circa due ore di macchina da qui), per passare un ferragosto e chissà cos'altro insieme - ad ascoltare Let me Introduce My Friends degli I'm From Barcelona; e a finire di scrivere una recensione per indiefordummies (The Morning After Girls, Shadows Evolve); mentre la mia fidanzata tentava di occuparmi abusivamente Google, per cercare il tempo ed il tipo di cottura del riso all'orientale. (Foto e ispirazione da corriere.it)
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Online la mia recensione di Riccardo Sinigallia, Incontri a Metà Strada (indiefordummies).
2 Comments
saludos.
fran p