venerdì, agosto 22, 2008

White Snow by Ben Weaver

Fondamentalmente, dentro di me ne sono sempre stato convinto: per quanto riguarda la musica che a me piace, il Minnesota è il luogo per eccellenza, forse non a caso confinante con quella floridissima ed altrettanto diversificata scena canadese. Se poi si parla di pop-rock, le Twin Cities ne rappresentano, forse più di ogni altro luogo, la capitale. L'occasione per ribadirlo è il sesto album per Ben Weaver, "il più interessante cantautore che si possa incontrare" secondo lo scrittore Larry Brown. The Ax in the Oak, questo il titolo del disco in uscita per Bloodshot Records /Glitterhouse, vede ancora la produzione di Brian Deck (Iron & Wine, Modest Mouse), dopo la fruttuosa collaborazione per il precedente Paper Sky (Fugawee Bird Records, 2007). L'approccio questa volta è appena più sperimentale, con alcune leggere incursioni nell'elettronica. Ma il songwriting e le atmosfere sono comunque quelle tipiche dell'artista americano, sospese a metà tra malinconia e oscurità da un lato e speranza e romanticismo dall'altro. C'è qualcosa di Casiotone For The Painfully Alone in questo disco, ma anche una reminiscenza dei vecchi Semisonic; e, per inciso, non manca neppure qualche ascolto di Bright Eyes. Non è un disco che passerà alla storia, ma si tratta comunque di un lavoro da tenere in considerazione. Che ne dite di questa "White Snow"?

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