lunedì, ottobre 22, 2007

Sambassadeur, Migration

Si riparte da quei quattro accordi quattro del self-titled d'esordio; dalla coinvolgente "Between The Lines" (vedere la recensione del singolo su indiepop), citata da molti tra le migliori canzoni del 2005. Tutto, dai clap-hands sparsi qua e là, alla strumentazione vintage (violini, fiati, tamburelli, ecc.), ai dolci effetti elettronici à-la Legends, sembra riecheggiare le promesse fatte due anni fa, senza alcuna esitazione, solo qualche sottile cambiamento ("Subtle Changes" nel podcast di lazysundays): basta ascoltare le prime note di "Migration" (in uscita per Labrador il 24 Ottobre, pre-order here), infatti, e la magia indie pop dei Sambassadeur subito rinasce. Ma la giovinezza musicale, come tutte le stagioni dell'esistenza, difficilmente può essere ripetuta ("Someday We're Through"); oppure siamo soltanto noi a non essere più così, giovani abbastanza per credere solo alle promesse. (6.7)