
A metà del guado, tra canzone impegnata ed
indie pop sbarazzino, indecisi su dove e come muovere i primi passi, troviamo Grant Olsen e Sonya Westcott, alias
Arthur & Yu. Dal lato
SubPop di Seattle, via
Memphis Industries in Europa, i due giovani americani decidono di richiamare i loro più cari ed, a volte, inconfessabili ricordi d'infanzia. I brani di
In Camera
sembrano, infatti, cullare l'ascoltatore come dolci nenie della buonanotte cantate ad un bambino. Le canzoni però, guidate dalla voce
dylanesque di Grant ("Lion's Mouth") ed accompagnate da tastiere Casio e tamburelli, troppo presto svaniscono come bolle di sapone, finendo per farci scivolare, lentamente, nel torpore ("There Are Too Many Birds"). Un disco consigliato solo a qualche cuore solitario, che si ostina a cercare i papaveri anche d'inverno, quando l'erba non cresce più.
(5.4)