martedì, ottobre 02, 2007

Chantalle, Homo Homini Deus

Una CD di Samuele Bersani ed una manciata di MP3 dei The Boy Least Likely To, un assolo di chitarra ed il proprio orologio biologico come bussola dell'esistenza: a questo si aggrappa disperatamente l'Homo Homini Deus di Chantalle, al secolo Francesco Benincasa, un passato nei Babalot ed alcuni ottimi dischi all'attivo. La base elettronica, che si dipana quasi ininterrottamente lungo le 11 tracce di questo album (ascoltabile gratuitamente sul sito della Nonerecords), è qui la sinistra annunciatrice della vanità-peccato originale che cerca nell'arte una via di salvezza ("Impara l'Arte"), un'uscita d'emergenza da una stanza che diventa ogni giorno più stretta ("Giochi di Ruolo"). Allora, davanti allo sgonfiarsi delle cose e ad una guerra senza fine ("Occhi di Febbre"), non resta che tornare ai cari riff di chitarra, suonati con la consueta ironia e con l'innato talento che contraddistingue il musicista romano (7.3)