sabato, settembre 29, 2007

The Fiery Furnaces, Widow City

Immaginate un disco scritto tenendo in mano i CD di Van Morrison e con lo sguardo rivolto al poster dei Led Zeppelin; immaginate brani ispirati da vecchie riviste per zitelle e da una tavola Ouija durante una seduta spiritica; immaginate le prove di un concerto in cui i musicisti suonino/cantino ognuno un pezzo diverso; tenete presente che stiamo parlando dei Fiery Furnaces e forse potreste farvi una lontana idea di questo Widow City. Registrato nei primi mesi del 2007, nel mezzo di una tormenta di neve, il sesto album dei fratelli Friedberger non tradisce l'originalità dei precedenti lavori. La melodia vieni qui sezionata come un cadavere all'obitorio ("Pricked In The Heart"); il suono, ridotto ad un semplice impulso elettrico, sembra non trovare spazio tra le deflagrazioni noise ("Clear Signal From Cairo") e le fasi di cantato/parlato, integrate nelle 16 tracce come pezzi di un puzzle che non combaciano ("Automatic Husband"). Le sensazioni non cambiano purtroppo man mano che si procede nell'ascolto, le canzoni finendo per somigliare tutte ad uno schizofrenico monopoli musicale ("Whicker Whatnots"), in cui ciascuno strumento ed inserto elettronico cambia ad ogni giro. (5.7)