domenica, ottobre 07, 2007

Josh Ritter, The Historical Conquests of Josh Ritter

Come il vento improvviso, in una notte d'estate, sorprende chi ancora s'attarda a guardare le stelle; come lo scompiglio che crea una femme fatale all'ignaro ed occhialuto lettore, facendogli perdere il filo e la trama del libro; così ci sorprende Josh Ritter, mentre cerchiamo conferme altrove: tra il nuovo di Springsteen ed il "ripescaggio" di Young, spunta infatti il giovane cantautore americano con il suo "The Historical Conquests Of Josh Ritter", seguito dell'ottimo "The Animal Years" (V2, 2006). Seduto in una fattoria del Maine, chiaramente indicata, sulla tradizionale cartina del country-folk, tra Dylan e Cash ("To The Dogs Or Whoever"), il songwriter di Moscow ricama sulla sua chitarra acustica paesaggi dell'anima ("Moons"), sconfinate praterie musicali dove il suono del vento si fa melodia ("Still Beating"); e non si comprende se sia davvero lui a suonare, oppure sia la notte a mostrare, al viaggiatore solitario, costellazioni di accordi nell'immensità del creato ("The Temptation Of Adam"). Perdere questo disco sarebbe come lasciar passare, indifferenti, l'amore di una vita. (8.5)