giovedì, dicembre 20, 2007

Frightened Rabbit, Sing the Greys

Ad ogni stagione (della vita, dell'anno) la sua musica. Così, come l'aria di Marzo porta un indie pop che ci fa cogliere tutta la bellezza della primavera e dell'amore, Dicembre ci spinge invece verso un suono capace di far fronte ai rigori dell'inverno incombente. Se a questo aggiungiamo che, alle porte, ci sarebbe un nuovo album per i Counting Crows, allora ecco che tutto assume una piega familiare...Ma, proprio per questo, grande è la sorpresa se, aspettando Duritz & C, vi capiti nelle mani e per le orecchie questo Sing The Greys, album di debutto per gli scozzesi Frightened Rabbit, uscito nel 2006 per Hit The Fan e rimasterizzato ora da Fat Cat. Ascoltando infatti le 12 gemme del disco, è quasi impossibile levarsi dalla mente il confronto con la band californiana; e non mancano nemmeno riferimenti dalle parti degli Okkervil River. Sarebbe dunque un peccato perdersi questa uscita, proprio ora che sembra arrivato l'inverno... (7.5)

mercoledì, dicembre 19, 2007

A Place to Bury Strangers, S/T

Direttamente dai fili dell'alta tensione newyorkese, l'elettricità di A Place To Bury Strangers, album di debutto per l'omonima band di Brooklyn. La partenza è subito lanciata: noise preso in prestito da Sonic Youth e My Bloody Valentine, tirato a lucido da una (mal)sana iniezione di wave. La carica di Ackermann e soci potrebbe davvero mandare in corto circuito le pretese di molte band del momento, proprio per l'autorevolezza con cui vengono richiamati i mostri sacri del recente passato sonoro, senza per questo uscirne fulminati dal confronto. Difficile dunque trovare un filo scoperto; pressochè impossibile individuare una scossa fuori posto in questo disco uscito per Vacancy Records. Una sorpresa non averlo trovato in più di una classifica annuale. (7.6)

mercoledì, dicembre 12, 2007

Menomena, Friend and Foe

Inseriti nelle classifiche annuali di alcune prestigiose webzine (Stylus Magazine li mette al trentunesimo posto) ed, a seguito di un 8.5 nella categoria Best New Music, pressochè sicuri di entrare nella consueta Top 50 di Pitchforkmedia e -aggiungiamo noi- in quelle meno famose ma altrettanto valide di noi bloggers, i Menomena si presentano alle nostre orecchie senza sfigurare, me nemmeno -diciamolo- eccellere. Immaginate Spencer Krug che si diverte a fare la pecora nera nel coro dei Polyphonic Spree con improbabili scale musicali (di tastiera, soprattutto) e con il consueto piglio vocale che ha reso famosi Sunset Rubdown e Wolf Parade ("Boyskout'n"); o Eddie Vedder che, chiamato a fare backing vocals per qualche spicciolo, non sta ai patti e si prende sempre più spazio ("Wet And Rusting"); ed avrete così un quadro abbastanza fedele di Friend and Foe, terzo album per la band di Portland, pubblicato da Barsuk. (7.1)

martedì, dicembre 11, 2007

The Warlocks, Heavy Deavy Skull Lover

Tra le crepe della civiltà industriale, gli sciamani della neo-psichedelia evocano otto spiriti e li lasciano liberi di muoversi in più direzioni. Fasci di luce partono dalle chitarre elettriche -quasi fossero un prolungamento delle esistenze dei musicisti che le imbracciano- e coprono come un manto tutto ciò che ci circonda. A poco a poco, l'ambiente circostante scompare in un mare di synth mentre, lentamente, veniamo immersi in una melodia densa di note e di calore. Heavy Deavy Skull Lover, quinto album per gli americani Warlocks, da poco uscito per la Tee Pee Records, non punta infatti a stordire l'ascoltatore a colpi di noise; piuttosto ne asseconda i sogni ed i ricordi; si prende lo spazio necessario, ma ne lascia altrettanto; riesce a raggiungere i sentieri dell'anima musicale e li percorre insieme a noi. In definitiva, uno dei pochi dischi davvero folgoranti di un anno comunque ricco di uscite. (8.7)

lunedì, dicembre 10, 2007

We Are Wolves, Total Magique

Total Magique, ovvero wave, wave, ed ancora wave, con -in più- una dose energica di post-punk, da poco uscito per la Dare To Care Records. E' un mondo elettrico quello dei We Are Wolves; un circuito in cui ad ogni azione/chiusura corrisponde una reazione/apertura. Ed è attraverso i fili del sintetizzatore, delle chitarre elettriche, del basso pulsante e della batteria che non dà tregua, che passa l'energia vitale della band canadese. Un'energia lanciata in tredici cavalcate elettriche a metà tra Wolf Parade ("Coconut Night") ed Interpol. E' musica primitiva, istintiva, primordiale ("I Wrote Your Name On A Kite"): in una parola, liberatoria. Dimenatevi, dunque: la pulsioni sono permesse -e tirate fuori, una buona volta, tutti i vostri "lupi" dall'armadio. (7.6)

domenica, dicembre 09, 2007

Tender Forever, Wider

A volte il nostro cuore è così piccolo...e, di conseguenza, le nostre azioni consì studiate, intelligenti, che sembrano quelle compiute da qualcun altro. E' questo uno dei tanti messaggi di Wider (da poco uscito per K Records), secondo album di Tender Forever, moniker dietro il quale si cela la ragazza Melanie Valera. Con un cantato che è una sorta di stream of consciousness più o meno ordinato, in cui ricorrono i tradizionali chorus e bridges della forma canzone, senza però che si perda in freschezza ("Doves Vs Pigeons"); ed un repertorio indie pop classico (molto vicino ai neozelandesi Brunettes), fatto di chitarra acustica, home-made elettronica, battimani, ecc ("How Many"); l'artista francese confezione una piccola e delicata strenna natalizia, da regalare a tutti coloro che nelle festività riescono sempre a trovare un po'di malinconia. (6.9)

sabato, dicembre 08, 2007

Boat Club, Caught the Breeze

Caught The Breeze degli svedesi Boat Club, da poco uscito per la Luxury, è musica dall'aggancio facile: trova infatti terreno fertile in ogni rimpianto per quello che non è più, senza però avventurarsi a scandagliare la malinconia dell'ascoltatore. Una dance-pop dei ricordi, che alimenta la girandola della nostalgia: le estati ormai lontante, Cork, Praga...non importa che i nomi corrispondano o meno - ognuno porta con sè qualcosa da ricordare (e -forse- rimpiangere). Piacerà soprattutto ai nostalgici degli Anni Ottanta, che vi ritroveranno i synth e le tastiere tanto in voga in quel periodo ("Memories"); ma anche agli amanti dell'indie pop scandinavo sponda Labrador ("Warmer Climes") - quello dei Legends, nella fattispecie. (7.1)

venerdì, dicembre 07, 2007

The Calorifer is Very Hot! Marzipan in Zurich

Qualcuno potrebbe pensare di aver sbagliato disco: che le battute, i jingles, i colpi di tosse ed i blah blah blah tra una canzone e l'altra, il lo-fi proposto come modello invece che dettato dalle circostanze, non siano quelli di Marzipan In Zurich, album di debutto per i The Calorifer is Very Hot! (Nicola Donà, Nazareno Realdini e Francesco Mancin) in uscita per My Honey, ma un bootleg inedito dei Beatles con, in aggiunta, delle azzeccate basi elettroniche. Siamo consapevoli dell'azzardo del paragone...ed è proprio per questo che, almeno per le nove tracce del suddetto album, ci sentiamo di rincarare la dose tirando in ballo non solo la band di Liverpool, ma anche i "cugini" Beach Boys ("Slowmotion Dream") e, data l'acqua passata sotto i ponti, pure le chitarre elettriche ed indolenti dei Pavement ("Take Care Go Home"). Davvero un colpo al cuore per tutti quelli che -come me- pensavano di non mettere nessun disco italiano nella propria classifica di fine anno. (8.4)

giovedì, dicembre 06, 2007

Bon Iver, For Emma, Forever Ago

Ci credereste che basti una chitarra per partorire note e melodie di così straordinaria bellezza? Davvero basta trascorrere tre mesi in una baita del Wiscounsin per allietare la mente ed i cuori di noi poveri ascoltatori? La risposta è sì se la voce è quella di Bon Iver ("Buon Inverno" in francese) al secolo Justin Vernon, meglio conosciuto per i trascorsi nei DeYarmond Edison (e per la collaborazione con i Rosebuds, in veste di chitarrista ed ingegnere del suono); e se le note di cui stiamo parlando sono quelle di For Emma, Forever Ago, appena uscito per Jagjaguwar. Nove tracce che prendono linfa dalla cosiddetta corrente neo-soul, con la voce di Justin che spicca per la sua originalità (nell'album, il falsetto è preponderante). Nove brani folk-pop che, oltre alla chitarra acustica e qualche coro piazzato qua e là, non hanno -quasi- bisogno di altro, per mostrare tutta la loro vitalità. (7.4)

mercoledì, dicembre 05, 2007

Tying Tiffany, Brain For Breakfast

Dispotica, nevrotica, lunatica, fanatica, psicotica, schizofrenica: così (si definisce?) Tying Tiffany in "Pazza", uno dei quattordici brani di Brain for Breakfast, seguito di quell'Undercover che aveva spiazzato un po'tutti, in uscita per I Scream Records. Le coordinate qui si mantangono più o meno stabili su un elettro-clash stile Peaches o CSS: una base elettronica sempre diversa, su cui si inseriscono soventi le note del basso che la Suicide Girl veneto-bolognese ha portato in giro per l'Europa; grida, ansimi, miagolii, conditi da liriche irriverenti, che parlano di sesso senza falsi pudori e con non poca ostentazione. Sorge però una domanda: si sta cercando di dire qualcosa attraverso la musica o attraverso qualche altro mezzo di comunicazione? La risposta, come nella canzone già citata, rimane senza un perchè... (5.4)

martedì, dicembre 04, 2007

Bloc Party, Flux

Dopo quel A Weekend in the City che aveva diviso la critica e la platea, parte schieratasi per il secondo capolavoro, parte per il (tanto atteso) tonfo, i Bloc Party riprendono a correre: la pausa introspettiva è finita e si torna a far sudare chitarra e basso ed in generale ad aumentare i giri del motore. La band di Londra torna -è importante sottolinearlo più volte- nuovamente a lucido con Flux, nuova traccia rilasciata in varie versioni (digitale, vinile/cd per Witchita Records) e remix. Niente più paura di uscire di casa dunque: solo sana voglia di ballare (e far ballare) e di sudare. La ripresa di Okereke e soci è allora evidente. Non resta quindi che aspettare la loro prossima mossa perché, con questi numeri, i quattro londinesi possono sicuramente puntare al bersaglio grosso, non solo delle chart, ma anche e soprattutto della critica. (7.2)

lunedì, dicembre 03, 2007

Tecnosospiri, In Confidenza

Ci sono tanti modi di parlarsi; di raccontare le cose importanti. I Tecnosospiri (Claudio e Daniel Marciano, Emanuele Filosa e Fabio Sasso) lo fanno spontaneamente, senza andare alla ricerca di una storia d'amore finita male o di qualcosa di irraggiungibile. Il risultato dei loro sforzi è In Confidenza, secondo disco dopo l'esordio di "Poi Un Giorno Mi Hai Assassinato" e primo per la Cinico Disincanto: undici canzoni che attingono a piene mani dalla canzone pop italiana, strizzando un po' l'occhio ad artisti contemporanei come Baustelle e Riccardo Sinigallia ("Se Usi Il Cervello"); undici brani in cui la voce di Claudio, sorretta da chitarra elettrica ed acustica, rincorre spesso e volentieri la melodia ("Bar Turchese"). Pazienza dunque se troveremo gli scaffali vuoti: l'importante è scoprire -come in questo caso- qualcosa che c'entri con l'esistenza. (6.9)

domenica, dicembre 02, 2007

Micah P Hinson Presents a Dream of Her EP

Alla ricerca (inseguimento?) di uno fra i cantautori più tristi ed amati, Leonard Cohen, Micah P. Hinson registra questo EP di tre tracce, Presents A Dream Of Her, per la Houston Party Records. Sin dalla prima ("Me And You") si capisce subito però che le piano-ballad che resero famoso (immortale?) l'uomo di Westmount non rientrino molto nelle corde dell'artista texano. Lo preferiamo infatti quando si cimenta con il folk più viscerale, quello che non deve per forza essere voce consumata dalle sigarette e storia d'amore appena finita o mai iniziata. "Ho sognato di lei -ci rivela il ragazzo di Abilene- ma onestamente non me lo ricordo". Va molto meglio allora, con "A Dream Of Her", che unisce un violino azzeccato ad una batteria finalmente libera di esprimersi. Alla fine, seppure il disco si difenda, sorge comunque il sospetto che una certa autoindulgenza nel dolore abbia colpito, oltre che Ryan Adams, anche lui. (6.7)

sabato, dicembre 01, 2007

You Say Party! We Say Die! Lose All Time

A volte, l'unico modo per farsi sentire è picchiare sempre più forte sulle pelli della batteria; muovere velocemente le dita lungo il basso; dare pennate decise con la chitarra elettrica. Lo sanno bene i canadesi You Say Party! We Say Die! che in questo Lose All Time, uscito a scadenze diverse ed ora disponibile in Europa grazie alla Fierce Panda, non si fanno pregare quanto a distribuire energia, dimostrando di avere grinta e personalità da vendere. La voce di Becky Ninkovic, poi, a tratti riconducibile a quella dell'amata (e -purtroppo- sprecata) Dolores O'Riordan, altre a quella di Yuki Chikudate degli Asobi Seksu, conferisce ai dodici pezzi dell'album la giusta dose di nostalgia, senza però cadere in sentimentalismi, perchè -come ci ricorda la band di Abbotsford- le ragazze possono essere davvero crudeli, quando sono in gruppo. (7.7)